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Medici a gettone: come cambia la professione e il sistema sanitario

Medici a gettone: come cambia la professione e il sistema sanitario

Medici a gettone come cambia la professione e il sistema sanitario
  • Sara Elia
  • 8 Aprile 2023
  • News
  • 4 minuti

Medici a gettone: come cambia la professione e il sistema sanitario

Il cosiddetto fenomeno “dei medici a gettone” è molto in auge in Italia ai giorni d’oggi. Prima dichiarato illegale e poi tornato insieme alla pandemia di COVID-19 ha un impatto sociale grave e preoccupante.  

Analizziamolo insieme.

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Chi sono i medici a gettone

Vengono chiamati medici a gettone i professionisti pagati per ricoprire un singolo turno di lavoro. Essi inoltre:
  • sono solitamente chiamati da società private o cooperative;
  • svolgono il lavoro da liberi professionisti;
  • sono perlopiù molto giovani, senza esperienza né specializzazione;
  • vengono pagati molto di più rispetto ai colleghi (il doppio, se non addirittura il triplo)
  • servono a tappare eventuali buchi dell’amministrazione;
  • hanno bassa responsabilità e minimi compiti burocratici, non essendo assunti dall’azienda ospedaliera 
La mancanza dei medici, aggravata in particolare nel periodo post-crisi sanitaria, ha dato slancio al fenomeno. Ad oggi è stata registrata una netta propensione ad abbandonare il servizio sanitario pubblico per lavorare a chiamata. I dati del sondaggio dalla Federazione sindacale dei medici parlano chiaro:
  • 37,6%: vuole spostarsi a cooperative o società private;
  • al 50% per le fasce più giovani;
  • 45% per chi ha tra i 36 e i 45.
Il fenomeno è inoltre sempre più in espansione. Nel nostro Paese le aziende ospedaliere che fanno ricorso ai medici a gettone sono in percentuale:
  • Piemonte: 50%;
  • Liguria: al 70%;
  • Veneto: l’80%. 

Rischi derivati dalla presenza dei medici a gettone

I rischi che derivano dalla presenza nelle strutture sanitarie dei medici  a gettone sono molte ed evidenti. Tra le principali occorre citare:
  • mancanza di trasparenza: non esiste alcuna verifica del percorso formativo dei medici a chiamata;
  • discontinuità per le cure dei pazienti: le cooperative non possono nè garantire la costanza nè di certo la presenza dello stesso medico curante;
  • difficoltà nell’inserirsi nell’ambiente lavorativo: regole, organizzazione e protocolli sono differenti in ogni singolo struttura;
  • maggior possibilità di commettere errori: la gestione dei turni dei medici a gettone è infatti in autonomia. Di conseguenza manca il controllo sull’osservanza delle pause obbligatorie. I medici, con turni  a volte di anche 36 ore consecutive, hanno più probabilità di commettere errori;
  • impatto sulla spesa pubblica: nonostante il servizio sanitario nazionale sostenga una spesa onerosa, i servizi risultano ad ogni modo spesso inadeguati.
Come abbiamo visto insieme, la situazione è ad oggi preoccupante e gravosa. É necessario dunque con urgenza un decreto ministeriale che faccia chiarezza sulla questione e dia dei criteri di congruità dei prezzi destinati ai professionisti. Oltre alla questione della spesa gravosa inoltre,  è necessario sottolinearne la questione sociale. Si rischia infatti di indebolire ulteriormente la già precaria situazione del sistema sanitario, offrendo cure sempre più inadeguate e carenti.
 

Come arginare il fenomeno? Possibili soluzioni

Quali sono le soluzioni che si possono attuare per arginare il fenomeno dei medici a gettone? La risposta è complessa.

La situazione attuale non è una novità ma anche l’ esito di anni di tagli sulla sanità. I posti letto sono infatti ad oggi in misura decisamente minore rispetto alle necessità. Inoltre il tetto di spesa per il personale impedisce alle strutture sanitarie di assumere e pagare meglio i dipendenti. In più bisogna tenere presente il blocco del turnover. Negli ultimi anni infatti chi è andato in pensione non è stato sostituito in maniera proporzionale.

La situazione non potrà quindi di certo migliorare con rapidità. Alcune misure da attuarsi possono essere:

  • assumere specializzandi inquadrandoli come dirigenti medici in formazione; 
  • riconoscere come attività usurante l’emergenza-urgenza; 
  • rifondare l’intero sistema tramite l’istituzione della figura di dottore unico di emergenza-urgenza. Questo dovrà avere il compito di operare nel sistema pre-ospedaliero, nei servizi di pronto soccorso e nella Medicina di emergenza-urgenza; 
  • valorizzare l’aspetto economico;
  • dotare il territorio di medici che si occupino dei pazienti senza l’ausilio del ricovero ospedaliero.

Proposte da parte delle istituzioni 

Quella dei medici a gettone è ormai una prassi radicata che deve essere smantellata.  A livello istituzionale, in vista del fenomeno, sono stati presentati alcuni possibili interventi:

  • chiarimento del nodo della retribuzione oraria dei medici a gettone
  • controllo delle strutture sanitarie in suolo italiano;
  • monitoraggio di imprese e cooperative private che forniscono personale sanitario agli ospedali. 

Ad oggi le irregolarità riscontrate sono già molte: 

  • medici troppo anziani;
  • impiego di figure sanitarie senza l’adeguata formazione sulla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro;
  • casi di esercizio abusivo della professione;
  • impiego di risorse umane non adatte alle esigenze di specifici reparti ospedalieri.

Il tutto è inoltre anticostituzionale. La Costituzione infatti impone all’ art.97, l’accesso alla Pubblica amministrazione solo e unicamente tramite concorso. Non è quindi comprensibile perché esista questo massiccio ricorso alle cooperative private per sopperire la carenza di personale medico. La legge prevede anche che i medici non possano lavorare più di 13 ore consecutive. La triste realtà è però che un dottore, se non un dipendente, può coprire più turni di seguito in strutture diverse.

Speriamo che il fenomeno si riesca ad arginare al più presto per non provocare ulteriori danni alla categoria di medici e a quella dei pazienti.

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Sara Elia
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