Cinetocoro e centromero: 5 cose da studiare per il Test

Cinetocoro e centromero: 5 cose da studiare per il Test

Cinetocoro e centromero
 

L’analisi dei cromosomi rivela la presenza di formazioni topiche molto importanti per il processo di trasferimento dei geni a livello cellulare. Vediamo, in particolare cosa sono il cinetocoro e centromero, le 5 cose più importanti da conoscere e da studiare per il Test.

1. Cosa sono il cinetocoro e centromero?


Scoperto nel 1880 da Walther Flemming e successivamente identificato come costrizione primaria visibile sui cromosomi, a partire dai primi anni del ‘900 si è collegato il centromero alla essenziale funzione di trasferimento della ereditarietà all’interno dei cromosomi. Come diremo più avanti, inoltre, il centromero è una regione del cromosoma necessaria alla formazione dei cinetocoro, il caratteristico punto di attacco tra i due fusi che compongono i cromosomi e fulcro a partire dal quale si attuano i processi di miosi e mitosi. Queste due strutture, quindi, sono di vitale importanza nei processi di riproduzione cellulare, dal momento che favoriscono la stabilità genetica e il corretto sdoppiamento dei cromosomi.

2. I diversi tipi di centromero


Come detto, questa struttura è presente in tutte le cellule eucariote, dove conserva pressoché la medesima funzione da milioni di anni. Tuttavia, gli studi hanno dimostrato che ne esistono diversi tipi che si differenziano dal punto di vista della morfologia restituita al cromosoma. In questo modo è possibile distinguere:

  • cromosomi monocentrici: in cui il livello di interazione con i microtubuli cellulare avviene in un’unica regione;
  • cromosomi olocentrici: in cui il centromero assicura il legame ai microtubuli attraverso collegamenti presenti lungo tutto il cromosoma: si tratta della versione di centromero più antica, non a caso presente soprattutto nelle cellule eucariote vegetali.

3. Composizione e caratteristiche di cinetocoro e centromero


Cinetocoro e centromero sono costituiti da DNA e proteine. La conformazione e le caratteristiche di funzionamento di queste strutture sono molto diverse da specie a specie. Si possono prendere a campione alcuni modelli centromerici:

  • S. cerevisiae: questa specie presenta centromeri puntiformi e divisi in 3 elementi.
  • Caenorhabditis elegans: possiede cromosomi olocentrici.
  • Nei primati, incluso l’uomo, si riscontra un minor numero di ripetizioni ma strutture più grandi.

4. Le proteine centromeriche


Per quanto riguarda la composizione dei centromeri, occorre precisare che la scoperta degli anticorpi centromerici nei pazienti affetti da Crest, sclerodattilia e telangiectasia (si tratta di malattie autoimmuni) ha permesso di poter ricavare alcune preziose informazioni sulle proteine centromeriche. In particolare, sono state identificate le varie proteine specifiche dei centromeri, come CENP-A, CENP-B, CENP-C e così via. La CENP-A ha un ruolo preponderante nel costruire il legame con il DNA presente nei cromosomi, oltre che ad assicurare la determinazione della identità centromerica dell’individuo.

5. Il passaggio da centromero a cinetocoro


I centromeri possono diventare cinetocori a seconda delle esigenze dinamiche che possono sorgere all’interno della cellula: ciò avviene grazie alle proteine centromeriche, che marcano il sito di reclutamento presente sui cromosomi dove avviene la formazione del cinetocoro. In questo modo, il centromero riesce a reclutare i componenti chiave del cinetocoro, che a loro volta regolano gli agenti necessari ad assicurare i legami con i microtubuli e i vari passaggi che avvengono durante il processo micotico.

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